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Riflessioni di un neurologo sul rapporto mente-cervello

Riflessioni di un neurologo sul rapporto mente-cervello

Lunedì 30 gennaio 2017 presso la sede del Circolo, ha avuto luogo la conviviale con ospiti, durante la quale Maria Teresa Giordana, Professore Ordinario di Neurologia, presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, nonché socia del Torino Polaris, ha presentato una riflessione sul rapporto mente-cervello, di cui riportiamo un breve stralcio.

IL RAPPORTO MENTE-CERVELLO.

Il rapporto tra mente e cervello è un quesito che l’uomo dibatte da sempre; le risposte si alternano tra “mentalismo” da cui dipendono libero arbitrio e responsabilità, e “cerebralismo o riduzionismo” che ritengono ogni comportamento come predeterminato dalla materia. Il dibattito è storicamente appannaggio della filosofia e della psicologia; i progressi tecnologici degli ultimi decenni nell’ambito della neuroimmagine, ottenuti dal lavoro congiunto di neurologi, ingegneri, fisici, matematici, fisiologi, psicologi, radiologi, hanno portato ad un prepotente ingresso delle scienze cosiddette esatte nella discussione del rapporto mente/cervello. Con l’applicazione delle nuove tecniche di neuroradiologia è possibile vedere non solo quali aree cerebrali sono alterate in corso di malattie neurologiche, ma anche il cervello mentre pensa e dove e quando nasce il pensiero, ed è possibile “misurare” le attività mentali. Questi progressi sono di applicazione pratica nell’attività diagnostica neurologica e neurochirurgica, ma sembrano anche dimostrare che il processo volitivo e decisionale prenda avvio inconsciamente, che la consapevolezza di decisione non sia il primum movens di un’azione, che la partenza di un’azione volontaria preceda l’intenzione. Queste evidenze scientifiche di un riduzionismo della volontà ad un’attività cerebrale impattano nella comune accezione dei concetti di libero arbitrio, responsabilità morale, empatia. Sono cruciali le possibili ricadute di questi dati delle neuroscienze sulle fondamenta degli istituti giuridici e sui concetti di eguaglianza e libertà; è inoltre evidente la possibile ricaduta di questi risultati nella diagnosi e nello studio di situazioni cliniche con alto contenuto etico-sociale, quali lo stato vegetativo persistente e la malattia di Alzheimer. La presentazione è stata corredata da citazioni dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, nella quale l’enigma dei rapporti tra provvidenza, natura e libero arbitrio risulta ben noto e non risolto.