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La laurea in carcere

Lunedì 9 ottobre 2017, gradita ospite della conviviale che si è tenuta presso l’NH Hotel Torino Centro, alle ore 20.00, la Prof.ssa Maria Teresa Pichetto, già professore ordinario di Storia del pensiero politico presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino. La Prof.ssa Pichetto ha dedicato i suoi studi alla storia dell’utopia, al pensiero politico francese e inglese, al dibattito sull’antisemitismo in Italia e a momenti e figure del Risorgimento italiano (tra i quali Massimo D’Azeglio, Cesare Alfieri di Sostegno, Costanza D’Azeglio). E’ stata per molti anni Delegata del Rettore per l’attività didattica del Polo universitario per studenti detenuti presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno” dove svolge ancora i corsi. E’ autrice di molti saggi e interventi in convegni in Italia e all’estero pubblicando con diverse case editrici. Nel corso della serata ha presentato il Polo universitario per studenti detenuti nato nel 1998 da una Convenzione tra l’Università di Torino, la Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno e l’Amministrazione penitenziaria, e finanziato dalla Compagnia di San Paolo, con lo scopo di attuare gli articoli 21 e 27 della Costituzione che garantiscono a tutti i cittadini il diritto allo studio e stabiliscono che la pena non deve essere punitiva ma riabilitativa. Gli studenti, che provengono dalle carceri di tutta Italia, vivono e studiano in una sezione separata del carcere, con le celle aperte tutto il giorno, e dove i docenti si recano per svolgere le lezioni, fare gli esami e organizzare le sedute di laurea. Le facoltà attivate sono Scienze Politiche e Giurisprudenza. Il Polo è stato il primo ad essere creato in Italia e tuttora è l’unico con queste caratteristiche. I risultati sono stati molto buoni: sono passati dal Polo più di 150 studenti, i laureati sono circa 50, sia nella triennale che nella specialistica e tutti con ottimi risultati. Il Polo si attiva anche per aiutare gli studenti, scontata la pena, a trovare un lavoro o a reinserirsi nella società, raggiungendo così il risultato della recidiva zero.