Lunedì 24 novembre abbiamo avuto il piacere di ospitare durante una conviviale all’Unione Industriali il dottor Romano Ravazzani che, con l’aiuto di una valigia magica contenente giochi d’altri tempi, lo scheletro di una sirena e un grillo parlante , ci ha simpaticamente dimostrato come l’arte possa contribuire alla cura del paziente.
La nostra vita è suggestionata da fantasie e fobie… In questo periodo l’attenzione è sull’alimentazione : l’avvento del cibo industriale negli anni ’60 ha alimentato le fobie. Questo perchè mentre il cibo artigianale viene preparato in modo palese, la preparazione del cibo industriale non è visibile e viene percepita come occulta ( es. ” La fabbrica di cioccolato ” di Tim Burton ). Consumiamo troppi integratori che aumentano le nostre performance ma non in modo così incisivo da giustificare la spesa se non si tratta di agonismo…..
Un primo consiglio ci arriva da Giovenale che nel II secolo dopo Cristo affermò ” mens sana in corpore sano ” ! Infatti per star bene bisogna praticare attività culturali e attività fisiche. Il ruolo delle arti è importante per migliorare salute e benessere. Possiamo distinguere tra Terapia ( arte terapia ) e Prevenzione e Promozione. In questo caso l’arte non è specifica per un tipo di patologia e si usufruisce dell’arte già esistente, non si crea.
Le emozioni positive e la bellezza alzano i livelli di dopamina, ossitocina, endorfine e serotonina , abbassando i livelli di cortisolo, responsabile della somatizzazione. Per stare bene bisogna investire nell’arte che piace senza considerare il profitto.
Come si utilizza concretamente l’arte nel rapporto medico paziente ? 1) Ambulatori nei musei : i pazienti vivono esperienze culturali e artistiche dirette. 2) Utilizzare opere d’arte per favorire la comunicazione con il paziente e come rinforzo dei messaggi. 3) Stimolare ricordi. 4) Tenere vivi hobbies e passioni. 5) Museo e Benessere: un dialogo tra cultura e medicina ( novembre 2025 ).
Il nostro relatore ha visitato all’interno del Museo Egizio e dopo la visita i pazienti venivano accompagnati nel Salone dei Re, emotivamente molto impattante. Per fruire di certe emozioni bisogna uscire di casa. Per un utilizzo proficuo dei musei è necessario partecipare ad una attività guidata.
Le opere d’arte comunicano ciò che i pazienti non riescono a dire. Oltre un certo limite di sofferenza si perdono i punti di riferimento e non si sa più in cosa credere. L’arte può dare speranza e può essere un monito. Ci rimanda all’infanzia dove tutti siamo stati artisti…Il mestire del medico è un gioco dell’infanzia ed è l’unico col quale abbiamo a che fare dal momento della nostra nascita e anche prima. Si esorcizza la paura del medico giocando.
” Proust: Marcel immerge una madeleine nel tè. Fin dal primo boccone fu invaso da una sensazione di felicità intensa e inspiegabile. A poco a poco si rende conto che questo sapore gli rievoca un ricordo d’infanzia: le domeniche passate a casa di sua zia Léonie a Combray, dove lei gli offriva una madeleine intinta nel tè o nei fiori di tiglio. ” Questo semplice sapore scatena un flusso di ricordi, dimostrando il potere della memoria involontaria.
Il progetto Museo e Benessere propone un ciclo di sei incontri per sensibilizzare e formare medici e studenti universitari sul potenziale dei musei nella promozione del benessere di cittadini e personale sanitario.
Per concludere soffermiamoci su quale è la migliore performance del bambino : il mimo; e ricordiamoci che l’espressione che ha più successo è il sorriso, che attiva i neuroni specchio. Il quadro più famoso, la Gioconda, ha come protagonista il sorriso.I modo indiretti di sorridere non sortiscono lo stesso effetto , l’emoticon non è un modo di comunicare.
E con un grande sorriso ringraziamo il dottor Ravazzani !
