Lunedi 14 aprile ci siamo riuniti nella splendida cornice dell’Hotel Antica Dogana sito nella Contrada dell’Albero Fiorito a Torino e noto per essere considerato il più antico hotel della città. Qui hanno soggiornato, tra gli altri, Napoleone Bonaparte, Giuseppe Verdi, San Giuseppe Benedetto Cottolengo e, soprattutto, Wolfang Amadeus Mozart: la location perfetta, quindi, per ospitare il nostro relatore, Filippo Del Noce, diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino in flauto traverso con il massimo dei voti, lode e menzione speciale, primo flauto dell’Orchestra Sinfonica di Stettino in Polonia nonché figlio dei nostri cari Adina e Giorgio. Dopo una breve introduzione in cui la Direttrice dell’Hotel ci ha presentato la struttura -con un occhio di riguardo alla sala Compositori, a noi riservata-, seguita da una fugace apparizione del fantasma di Mozart (“che ci ha raccontato la sua personale esperienza”), Filippo Del Noce ha affrontato il tema della musica da un punto di vista scientifico: le componenti di un brano musicale sono due, la melodia (il canto) e l’armonia (gli accordi). Le varie progressioni di accordi possono essere utilizzate come stampi per fabbricare musica in serie. Ma se un cantante può modificare l’intonazione all’istante, per uno strumentista è necessaria una scala di suoni ben definita: l’accordo è la simultaneità di tre o più suoni aventi un’altezza definita. Diceva Leibniz: “La musica è un esercizio matematico della mente che conta senza sapere di contare“. Filippo ci ha, poi, spiegato l’origine del nome attribuito alle note musicali: Guido D’Arezzo le ha nominate utilizzando le prime sillabe di ogni verso della strofa dell’inno Ut Queant Laxis di Paolo Diacono, inno liturgico dei Vespri della solennità della natività di San Giovanni Battista. Un ringraziamento affettuoso a Filippo per la sua lezione molto accurata!