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Giancarlo Rocchietti: imprenditore, business angel, fondatore e Presidente del Club degli Investitori

Giancarlo Rocchietti: imprenditore, business angel, fondatore e Presidente del Club degli Investitori

Lunedì 7 aprile ci siamo incontrati , in interclub con il Rotary Club Rivoli, per ascoltare la interessante relazione dell’ing. Giancarlo Rocchietti, autore del libro ” L’occhio della tigre: Startup, Imprenditori coraggiosi e Investitori lungimiranti per cambiare l’Italia”.

Ingegnere elettronico laureato presso il Politecnico di Torino, nel 1980 fonda con il fratello Euphon ( dolce suono ), azienda nel settore media e produzioni televisive, che viene quotata su Borsa italiana nell’anno 2000 e ceduta nel 2004 ad un fondo di private equity. E’ stato Presidente dell’agenzia Sviluppo Italia Piemonte e Presidente di Piemontech, il primo fondo locale per lo sviluppo degli investimenti seed in Italia.

Successivamente alla vendita della sua impresa , avendo all’epoca solo 50 anni , decise di aiutare i giovani a fare startup seguendo il modello americano dei Business Angels. Fonda quindi il Club degli Investitori, un gruppo di 450 persone con l’obbiettivo di investire e supportare le startups, fondare aziende e farle crescere. In realtà ci sono parecchi soldi per aiutare i giovani, si investono ogni anno 250 miliardi nelle loro aziende.

Il modo in cui i giovani diventano imprenditori è oggi completamente diverso da quello passato. Gli imprenditori del futuro sono Founder seriali e paralleli: fondano le aziende, le rivendono e ne fondano altre… Oggi nessuno chiama l’azienda con il proprio nome come avveniva una volta. Vendere la propria azienda è diventato un indice di maturità e di successo.

Queste sono le caratteristiche per fondare un’azienda di successo:

  1. Networking: capacità dell’impresa di raccogliere i fondi non dalle banche ma da investitori privati ( es. Alberto, ragazzo di Cuneo , fondatore di Satispay).
  2. Crescita: più si raccolgono soldi più si deve crescere. Bisogna crescere del 20% all’anno.
  3. Antifragilità: il business plan cambia ogni 6 mesi, quindi non si fa più. Requisito necessario è l’adattabilità, l’ impresa deve essere trasformata a seconda degli eventi che accadono ( es. Orbit, azienda nata per deorbitare i rottami dei satelliti diventati spazzatura nello spazio, trasformata in azienda che orbita i satelliti ).
  4. Team all’insegna della “diversity”: le aziende migliori sono fondate da più persone differenti tra loro, in termini di seniority e di provenienza geografica.
  5. Ho l’età, non ho l’età: non è necessario essere giovani per fondare un’impresa, nè aver fatto studi particolari.
  6. Founder copycat: si diventa imprenditori di successo anche copiando l’idea di qualcun altro.
  7. Founder disruptive: si può fare qualcosa che non esiste ancora, inventandola.
  8. Occorre essere un guru per lanciare una tech company?: non è necessario essere ingegneri per fondare startup tecnologiche.

Tutto ciò deve essere fatto pensando di creare un mondo migliore. I business angels sono nati anche per trasmettere la loro esperienza ai giovani. La percentuale di successi è del 20%.

Gli imprenditori di oggi vedono l’azienda come un progetto che si conclude con la vendita. La vendita è diventata l’obbiettivo. Assistiamo al fenomeno dell’aggregazione delle aziende: le aziende tecnologiche si aggregano insieme.

Per poter decidere su quali startups investire è necessario osservare dove sono i trend : in questo momento è opportuno purtroppo investire in aziende del settore difesa, due anni fa in intelligenza artificiale, quattro anni fa in meteverso, sei anni fa in criptovalute. E’ necessario avere persone giuste. E’ necessario avere compagni di strada giusti.

Concludendo in Italia ci sono più soldi da investire che progetti. Ci sono i soldi, le idee, ma poi gli italiani non sono bravi nell’esecuzione. Le università italiane non formano nelle tecniche per mettere in atto le idee…